REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE
●LA FIGURA DELL'INTELLETTUALE TRA LA FINE DEL SETTECENTO E I PRIMI DELL'OTTOCENTO
SCHEMMETTO PREPARATORIO
Destinazione: Giornale scolastico Liceo Scientifico Galileo Galilei
Titolo: L'intellettuale e la sua emarginazione tra fine'700 e inizio '800
FIGURA DELL'INTELLETTUALE
↓
EMARGINAZIONE = TESI
●figura diversa da tutte le altre classi sociali: fonti
Ugo Foscolo
-esule
↓
compiere qualcosa di grande
●figura messa da parte: fonti
↓
-trionfo dei valori borghesi
Luperini -cambia la condizione del letterato
↓
deve trovare un'occupazione e un vasto pubblico di lettori
●conclusione
EMARGINAZIONE → -non abbandona i suoi ideali
- cerca di fare qualsiasi cosa per scrivere => PASSIONE per la scrittura
SVOLGIMENTO
Destinazione: Giornale scolastico Liceo Scientifico Galileo Galilei
Titolo: L'intellettuale e la sua emarginazione tra fine'700 e inizio '800
Prendendo in considerazione l'intellettuale tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, si può notare come spicchi il fatto che questa figura sia per lo più solitaria.
Lo testimoniano pure alcuni scritti che compose per esempio Foscolo, anch'esso comunque molto emarginato, anche se molto attivo per quanto riguarda i fatti politici; nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis, troviamo due passaggi molto importanti:
●nel primo lo scrittore definisce l'intellettuale “come que' cani senza padrone”, cioè “ In tutti i paesi io ho veduto gli uomini sempre di tre sorta: i pochi che comandano; l'universalità che serve; e i molti che brigano” ed egli non appartiene a nessuna di queste tre classi;
●nel secondo, lo definisce come un'esule, che non accetta che per salvarsi da chi è oppresso, debba affidarsi da chi è stato tradito, che non vuole rinunciare alla sua solitudine a causa delle sciagure che avvengono nel suo paese e che non vuole morire “fra le braccia straniere”.
Un altro scrittore di nota importanza che ci da informazioni a riguardo è Goethe, il quale dice che gli “uomini morali” stanno alla larga dalla passione, ebbrezza e pazzia; ma egli inoltre afferma che abbia provato ciascuna di queste cose e conclude: “ poiché nel mio piccolo sono riuscito a comprendere che tutti gli uomini straordinari i quali hanno compiuto qualcosa di grande, qualcosa che varcava i limiti delle nostre possibilità, sono sempre stati diffamati come ubriachi e pazzi”.
E questo è solo un aspetto, perché un altro ancora riguarda la “declassazione del ruolo dell'intellettuale”.
Un'opera intitolata 'Dal testo alla storia, dalla storia al testo' ci da' informazione su quanto avvenne in questo periodo: innanzitutto definisce l'intellettuale come l'eroe romantico, che è la proiezione del conflitto tra l'artista e il contesto sociale, perché si assiste alla fine della vita di coorte e quindi pure dei valori dello scrittore: “ il trionfo dei valori dei valori borghesi quali l'utile, il profitto, il calcolo razionale, la produttività, sono la negazione del bello o disinteressato e della nobiltà spirituale di cui l'artista è cultore”.
Quindi in un altro testo di Luperini, troviamo la condizione dello scrittore, la quale è cambiata profondamente, incontrando ostacoli non indifferenti, quali la mancanza di un'occupazione, ma soprattutto “l'arretratezza del paese”, che non permette di trovare un pubblico abbastanza vasto. “L'analfabetismo .. nel 1860 comprendeva circa l'80% della popolazione”, perciò era un'impresa piuttosto ardua.
Questi documenti ci affermano che l'intellettuale di questo periodo sia abbastanza in crisi a causa dei vari avvenimenti, e per questo tende ad emarginarsi per non abbandonare i suoi ideali, quindi cerca di fare qualsiasi cosa per scrivere, una delle poche se non l'unica passione che ha.
Grazie e ancora grazie a Giulia!
RispondiEliminaIn realtà, sono da correggere varie imprecisioni o errori, sul piano linguistico (io ne ho notati 9). Prima di elencarli, mi piacerebbe che lo faceste voi, o la stessa Giulia.
Se non succederà, darò io le indicazione degli errori fra qualche giorno.
Sul piano dei contenuti, pure trovo un aspetto che andrebbe mnigliorato, e cioè la conclusione, che mi sembra piuttosto tronca, mentre poteva essere meglio sviluppata.
Dico questo con l'unico scopo di utilizzare l'errore come se fosse una risorsa. per farci migliorare. Sbagliando s'impara, dice il saggio.