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In seguito ad un primo incontro del gruppo ed alcune ricerche effettuate a scuola durante le ore concesse dalla prof. abbiamo raccolto una considerevole quantità di dati sopratutto in merito alle energie rinnovabili e agli investimenti in ambito scientifico-tecnologici.


29.03.2011

Durante l'ora a disposizione abbiamo iniziato un'accurata scarnitura dei dati ed una prima bozza del testo che spiegherà la presentazione. Analizzando i grafici e le tabelle sono state emerse delle accentuate incongruenze che rischiano di rallentare il lavoro mettendoci in difficoltà. Portandoci a una nuova rielaborazione di documenti e di idee. Ed inoltre, in seguito al forte flusso di immigrati in Italia negli ultimi giorni potrebbero portarci ad introdurci una nuova tematica nella tesina.



11.05.11

Cos'è l'EQF?

L' EQF, European qualification framework, è un dispositivo di traduzione ed una griglia conversazione e lettura,che permette di mettere in relazione e posizionare i diversi titoli(qualifiche,diplomi,certificati...) rilasciati nei Paesi membri; il confronto si basa sugli esiti dell’apprendimento.
Si tratta di una meta-struttura rispetto alla quale, su base volontaria, gli Stati membri sono chiamati a rileggere i propri sistemi di istruzione e formazione, in modo tale che ci sia un collegamento tra i singoli sistemi nazionali di riferimento per i titoli e le qualifiche e il Quadro europeo EQF.
L’EQF non è quindi né una duplicazione a livello europeo dei sistemi nazionali, né tanto meno un tentativo di imporre un’omogeneizzazione dei titoli e delle qualifiche a livello europeo.
Riflessi dell’EQF in Italia
In funzione dell’istituzione dell’EQF le autorità nazionali di ogni Paese sono state chiamate a stabilire le relazioni tra i propri sistemi di titoli e qualifiche e il Quadro unico stesso. Già la Proposta di raccomandazione, formalizzata dalla Commissione europea il 5 settembre 2006, prevedeva che ciascuno Stato membro operasse, entro il 2009, per la definizione di questo collegamento, in particolare in relazione agli otto livelli di apprendimento definiti nell’EQF, e che entro il 2011 tutte le attestazioni/titoli/qualifiche rilasciate nei diversi Paesi contenessero il riferimento al Quadro unico europeo, in modo da essere “leggibili” nei diversi sistemi nazionali e spendibili come crediti formativi.
In Italia l’adesione alla richiesta dell’Europa si è concretizzata con l’avviamento, nel 2007, dei lavori del Tavolo unico per la costruzione del sistema nazionale di standard minimi professionali, di certificazione e formativi, promosso dal Ministero del lavoro. Il Tavolo ha l’obiettivo di definire un sistema nazionale di standard, coerente con l’istituzione del Quadro europeo delle qualifiche e delle competenze – EQF. Fanno parte del Tavolo: Ministero della pubblica istruzione, Ministero dell’università e della ricerca, Regioni, Province autonome e parti sociali.

Il trattato di Lisbona

Il Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 rappresenta il punto di avvio di un processo virtuoso, che ha coinvolto gli Stati membri e i rispettivi sistemi nazionali di istruzione e formazione professionale. Sulla base, infatti, della comune esigenza di far fronte a problematiche nuove, derivanti da rapidi cambiamenti economici, sociali, tecnologici e dal continuo bisogno di rinnovamento delle competenze dei cittadini-lavoratori, i Paesi europei decidono insieme di puntare sullo sviluppo del sistema di istruzione e formazione, per accrescere il livello di competitività dell’Europa. Con Lisbona si apre una prospettiva di stretta cooperazione in materia di istruzione e formazione professionale (VET – Vocational education and training) fra gli Stati membri.
La dialettica fra Paesi fa emergere un panorama complesso e multiforme, caratterizzato da significative differenze fra sistemi di istruzione e formazione di livello nazionale e regionale e da diverse condizioni di governance complessiva dei sistemi. Quella europea, dal punto di vista delle opportunità di istruzione, formazione e lavoro, è ancora una realtà solo virtualmente fruibile in senso globale, a causa della mancanza di trasparenza delle qualifiche e della carenza di disposizioni che permettano ai cittadini di trasferire le proprie competenze da un sistema all’altro.
Per far fronte a questa situazione si rende necessario che le linee di principio definite a Lisbona vengano tradotte in azioni concrete. In questo senso va intesa la Dichiarazione di Copenaghen del 30 novembre 2002, con la quale i Ministri dell’Istruzione di 31 Paesi europei (Stati membri, Paesi candidati e Paesi See) stabiliscono delle priorità concrete, che si collocano all’interno della proposta di un Quadro unico europeo (European common framework), funzionale al conseguimento di diversi obiettivi, fra i quali:

•incoraggiare la mobilità e l’apprendimento permanente attraverso la messa in trasparenza di qualifiche e competenze;
•migliorare la qualità dei sistemi di istruzione e formazione professionale;
•favorire l’accesso personalizzato di tutti i cittadini ai percorsi di istruzione e formazione superiori attraverso il riconoscimento e la validazione dell'apprendimento non formale e informale (non-formal, informal learning):
•definire un approccio comune per il trasferimento dei risultati dell’apprendimento da un sistema all’altro;
•definire un codice di riferimento comune per i sistemi di istruzione e formazione basato sui risultati dell’apprendimento.
In funzione dell’obiettivo “trasparenza” si sviluppa la prospettiva di un quadro unico per la trasparenza di qualifiche e competenze. L’idea è quella di riunire in un unico formato, più visibile, maneggevole, e sotto il “marchio Europass”, i vari strumenti di trasparenza messi in campo a livello europeo.
L’esito di questo processo è la decisione n. 2241/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, con la quale viene istituito il Quadro unico europeo per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze: Europass.
In riferimento all’obiettivo “qualità”, nel Documento del Consiglio dell'Unione europea del maggio 2004 sulla garanzia della qualità in materia di istruzione e formazione professionale gli Stati membri e la Commissione vengono invitati a promuovere un quadro comune di garanzia della qualità in tema di istruzione e formazione, a coordinare le attività a livello nazionale e regionale tra i principali attori responsabili dell'istruzione e della formazione professionale, ad incentivare la creazione di reti cooperative per consentire gli scambi transnazionali delle migliori pratiche messe in campo nei diversi Paesi. E’ dell’aprile 2008 la Proposta di Raccomandazione per la garanzia della qualità nell’istruzione e formazione professionale
In funzione dell’obiettivo “riconoscimento e validazione dell’apprendimento non formale e informale”, è ancora il Consiglio dell’Unione europea del maggio 2004 la sede in cui vengono definiti i Principi comuni europei concernenti l’individuazione e la convalida dell’apprendimento non-formale e informale.
Per la definizione di un approccio comune per il trasferimento dei risultati dell’apprendimento si comincia a lavorare dal 2002, con la prima Proposta della Commissione europea su un sistema di trasferimento di crediti per l'istruzione e la formazione professionale (ECVET). L’ECVET, in inglese European Credit System for Vocational Education and Training, ispirato all’impianto ECTS (European Credit Transfer System), già in uso in ambito accademico, dovrebbe consentire il trasferimento e la capitalizzazione dei risultati dell’apprendimento in caso di transizione da un contesto di apprendimento ad un altro o di passaggi fra sistemi diversi. Il processo di costruzione del sistema ECVET, le cui ragioni sono state rafforzate con il Maastricht Communiqué del 14 dicembre 2004, si consolida con l’avviamento della consultazione fra Paesi (Commission staff working document – ottobre 2006), solo recentemente conclusa ed esitata nella Proposta di Raccomandazione del 9 aprile 2008.
In funzione dell’obiettivo “codice di riferimento comune per il sistema di istruzione e formazione” si avviano le riflessioni su un quadro unico europeo, che consenta di mettere in relazione e posizionare, in una struttura a livelli, i diversi titoli (qualifiche, diplomi, certificati ecc.) rilasciati nei Paesi membri.
Nell’incontro tenuto a Bruxelles nel marzo 2005 tra i Capi di governo, viene promossa e poi avviata una consultazione tra gli Stati Membri, per valutare le diverse posizioni rispetto alla prospettiva di istituzione del quadro unico e riflettere sul possibile impatto di una meta-struttura di questo tipo sui vari sistemi nazionali. Sulla base delle conclusioni del processo di consultazione, il 5 settembre 2006 è stata presentata dalla Commissione una Proposta di Raccomandazione sulla realizzazione dell’European qualification framework per il lifelong learning (EQF), per poi arrivare alla definitiva Raccomandazione dell’aprile 2008.
In tutti i processi descritti, si inserisce in maniera centrale il concetto di “istruzione e formazione durante l'intero arco della vita”, principio guida della politica europea in materia di istruzione e formazione a partire dal 2001 con la Comunicazione “Realizzare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente”.