domenica 2 gennaio 2011

Storia di una ragazza e del suo maggiordomo

Chiedo scusa se il capitolo è breve e,sicuramente malscritto,ma da 4 giorni ho la febbre a 38 e 4,mi sono fatto il capodanno stando sul divano come un ameba vedendomi non so che cosa,non mi ricordo. Sinceramente parlando non mi andava di scrivere neppure una riga ma poiché ho detto che lo mettevo ogni domenica,devo rispettare quello che ho detto. Speriamo che abbia scritto con un minimo di filo logico

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Capitolo 3
Stavano in un ampia sala circolare,il pavimento era totalmente bianco e rifletteva le luci che partivano da un immenso candelabro che stava sul soffitto. Davanti a loro c’era un immensa scalinata,che conduceva ad una gigantesca porta. Tutti guardavano stupiti lo spettacolo creato da quel gioco di riflessi. In quel momento esclamò una giovane voce femminile:”È davvero bello! Non importa quante volte lo veda è sempre stupendo questo spettacolo”. Lo scrittore si girò di colpo e vide una ragazza con un lungo ed elegante vestito rosso. Affianco ad essa c’era un persona con un vestito da maggiordomo con dei lunghi capelli marroni raccolti in una coda e degli occhiali rotondi,che non facevano vedere gli occhi,aveva un’aria abbastanza preoccupata.
La ragazzina disse guardando la faccia dello scrittore:”Spero di non avervi spaventato”.E facendo un inchino aggiunse:”Sono la padrona di casa Elizabeth Deadhive”
Lo scrittore rispose un po’ balbettando all’inizio,poiché era una di quelle persone che si spaventavano facilmente:”P-piacere di conoscerla,io sono...”.Venne interrotto,prima che potesse continuare,dal maggiordomo che spiegò mostrando una leggera forma di balbuzia:”L-la sign-gn-ora l’ha in-vi-vi-tata qua perché le-le piacci-ciono i suoi ra-ra-cconti”. Dopo che l’ebbe detto fece un sospiro di sollievo,anche se si vedeva che era ancora un po’ preoccupato.
La padrona di casa disse con un sorriso:”Bene,ora andiamo,che ci aspetta una cena preparata da Samuel”. In quel momento il maggiordomo arrossì un pochino
I signori Sutcliffe furono i primi ad andare insieme alla signora Deadhive che non perse tempo e iniziò a parlare di “affari”,anche se in realtà parlavano giusto di qualche nuovo giocattolo da mettere in commercio.
Senza neppure accorgersene rimassero da soli lo scrittore e il maggiordomo,che appena non si videro più gli altri,sembrò più sollevato. Samuel guardò l’ospite e fece un piccolo sorriso,peccato che questo scatenò una piccola risata da parte di esso. Lo scrittore subito cerco di scusarsi in qualche modo:”Mi scusi,ma...la gente la descrive quasi come un demone,mentre in realtà assomiglia di più ad una persona che non farebbe male neppure ad una mosca”.
“La ringrazio per il complimento. In effetti conosco le voci sul mio conto,e metà sono inventate,e l’altra meta pure. Beh,l’importante è che non parlino male della signorina”. Fece un sospiro e disse:”Se non le dispiace io andrei a servire gli ospiti,e se non vuole perdersi è meglio che mi segua”
Lo scrittore insieme al maggiordomo si avviarono verso la sala in cui consumeranno la cena

1 commento:

  1. Spero che tu ti sia rimesso.
    Bene il rispetto della consegna!
    Il capitolo non è malvagio, la forma migliora.
    Ma ti propongo una caccia all'errore...
    da correggere, ovviamente.
    - 2 di ortografia (rivedere gli apostrofi...)
    - 2 di lessico
    - 2 dell'uso dei verbi (vedi ultimo periodo...)

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