sabato 4 dicembre 2010

1983 - gita a Londra


Nel 1983 qualcosa già era successo, qualcosa già si respirava. A scuola, le assemblee erano sempre meno partecipate, lontane ormai dalla passione dialettica di qualche anno prima - anche qui a Santa Marinella (non c'era un'aula magna e le assemblee si tenevano nel corridoio della sede in muratura. Sedevamo con la schiena alle pareti, formando una specie di ellisse; chi chiedeva la parola, si metteva al centro). I "pariolini" (quelli che si vestivano con la lacoste o i tacchi alti, quelli che venivano a scuola con il "vespone") avevavo una disinvoltura nuova, perché la ricchezza ricominciava ad essere esibita e ad essere un valore, mentre "l'impegno" e la "politica" arretravano sfinite. Poi si dirà "riflusso", come quello di un'onda che torna indietro. Non più pubblico, ma privato. Non più comunità, ma liberismo.
Erano quelli gli anni dell'edonismo reganiano (epoca definita così dal presidente americano Reagan, paladino di un liberismo spinto) e della signora Thatcher, la lady di ferro, ferro contro lavoratori e stato sociale. Era un'ubriacatura. Era la convinzione che il mercato avesse vinto su tutte le altre spinte contrarie, e che il capitalismo fosse cosa buona e giusta. La caduta del muro di Berlino, nell'ottobre del 1989, sembrava il suggello finale di un'epoca nuova, mentre il cosiddetto piccolo schermo cominciava a restare acceso per molte ore al giorno, non più a partire dalle 16.00 del pomeriggio, ma a partire dalla mattina. Raffaella Carrà contava fagioli facendo giocare i telespettatori da casa, che cercavano "un aiutino".
Era un'ubriacatura, ed è durata poco più che vent'anni.
Poi il cosiddetto liberismo ha mostrato il suo volto vero, quello della speculazione finanziaria, della delocalizzazione e del precariato. Oltre a questo, la minaccia agli ecosistemi del pianeta, compeso quello dell'uomo, la fine prossima delle risorse.
Insomma il sistema è in crisi, per ciò che riguarda la scala dei valori, il modello di sviluppo, la qualità della vita.
E ora?
Ora è una festa, perché c'è tutto da scoprire.
Da reinventare.
In che modo? Con quali strumenti? verso quali direzioni? Chi saranno i protagonsiti?

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