martedì 14 settembre 2010

Sull'orazion picciola

martedì 14 settembre - riprendiamo il canto XXVI dell'Inferno.
lavoro per casa: un commento personale sull'orazion picciola, che è la seguente

``O frati", dissi ``che per cento milia
perigli siete giunti a l'occidente,
a questa tanto picciola vigilia

d'i nostri sensi ch'è del rimanente
non vogliate negar l'esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".

2 commenti:

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  2. Commento sull’Orazione della Picciola (XXVI Canto dell’Inferno)

    Ulisse con quest’orazione ci fa capire due cose, la prima è che siamo degli esseri intelligenti che hanno libera scelta e che devono vivere all’insegna della soddisfazione della loro curiosità. Si può dire che i due versi che riassumono la cosa siano:

    “Fatti non foste a viver come brutti

    Ma per seguir virtute e canoscenza”

    Poi altra cosa che ci fa capire il suo discorso è l’idea, grazie alla sua disavventura, che sì, va bene vivere all’insegna della curiosità, però tenendosi entro certi limiti. Ci sono cose che l’uomo non può toccare poiché fanno parte di una catena ben più grande di quanto possa pensare e quindi provare a modificare queste cose può portare a esiti devastanti per se stesso. Un esempio può essere Matrix film di fantascienza,cosa che ormai potrebbe anche non essere più fantascienza(http://www.youtube.com/watch?v=mfxkhzGqZIs&feature=fvw ),l’essere umano in tale mondo per la sua superbia costruì macchine sempre più intelligenti e somiglianti all’uomo fino a farle diventare autonome,però dopo non rispettarono questi loro “figli” e li schiavizzarono. Poiché le ebbero costruite come macchine “senzienti” esse si sono ribellate e i ruoli si sono invertiti senza possibilità di ribellione. In pratica l’uomo ha desiderato costruire un suo sosia e questa sua ambizione l’ha distrutto.

    Altro discorso è quello del desiderio inconscio di “sconfiggere” la Morte da parte dell’essere umano attraverso la medicina. Esso però sarebbe un malinteso della vera essenza della medicina, in altre parole “migliorare” e non “aumentare” la vita umana. In pratica dovrebbe evitare il dolore delle malattie e cancellarle, cosa che non porta all’aumento della vita troppo indicativo ma ad un suo miglioramento. Poi se si sconfiggesse anche solo una volta, la Morte porterebbe problemi immensi nell’intero Universo, la Morte non è nient’altro che il principio della trasformazione del tutto. Se quindi l’essere umano la sconfiggesse si tirerebbe fuori dal ciclo della Natura.



    Ulisse in pratica mostra i due aspetti prevalenti che ci sono nell’uomo, la curiosità e la superbia. Odisseo non è né buono ne cattivo, è solo un uomo intelligente che vuole aumentare il suo sapere senza preoccuparsi d’altro.

    L’uomo si può dire che sia curioso e superbo per sua stessa natura. Ulisse quindi non ha colpe se non quella di essere umano.

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