giovedì 14 ottobre 2010

Finalmente è arrivato anche per me il momento di contribuire al blog.
Ecco quindi la mia analisi del testo (anche se con un pò di ritardo)!

COMPRENSIONE: Il sonetto di Giuseppe Artale, in realtà, altro non è che la descrizione molto accurata di una pulce finita nella scollatura di una bella donna.
L’insetto viene presentato, nella prima quartina, come un’instabile macchia scura in mezzo ad un seno argenteo e come un’ombra tra due soli. Nella seconda quartina, invece, la “fera mordente”è in agguato tra i sentieri nevosi;sembra un mondo in miniatura, quasi inesistente per la sua piccolezza.
La descrizione si chiude nelle due terzine finali, dove la pulce viene rappresentata come uno scuro atomo d’amore e come un punto non fermo della scrittura che non dà pace al poeta.
ANALISI: La costruzione e la struttura del sonetto sono completamente basate sull’uso di moltissime figure retoriche. Sono presenti frequenti anastrofi, poiché viene spesso invertito l’ordine naturale delle parole, iperbole, poiché l’autore vuole sottolineare il colore scuro della pulce, e l’ossimoro, poiché il poeta contrappone, in modo estremamente evidente, il candore del seno e l’ombra rappresentata dall’insetto.
La figura retorica dominante in questo sonetto è però rappresentata dalla metafora. Gli abbondanti seni della donna vengono raffigurati come soli e sentieri innevati, mentre la pulce come una piccola ombra,un neo volatile e un punto non fermo. L’uso “estremo” della retorica può forse essere associato al fatto che l’autore abbia cercato di dare al sonetto un tono più fine e raffinato, dato che l’argomento non è esattamente serio e intellettuale come accadeva nelle epoche precedenti. Oppure potrebbe essere una “strategia” del poeta per far assumere al componimento un tono scherzoso che bene si accorda con i concetti di rottura con gli schemi e nuove forme di espressione del periodo barocco.
APPROFONDIMENTO: Che sia in modo positivo o negativo, l’epoca barocca di Giuseppe Artale si discosta totalmente dalla corrente del petrarchismo.
Il barocco è infatti definito come l’epoca anticlassicista per eccellenza, un’epoca di profondo rinnovamento, di rottura con le opere classiche e di ricerca di nuove forme espressive. Il fine di questo periodo è quello di ricostruire o riproporre la natura tramite la fantasia. Ed è proprio con quest’affermazione che si riesce a capire la profonda differenza tra l’estetica barocca e il petrarchismo.
Per esempio, nelle sue poesie, Petrarca proponeva un’analisi dei sentimenti profonda e realistica, mentre è evidente che nel componimento di Artale i sentimenti sono del tutto trascurati o, in generale, trattati in modo scherzoso.
Un’altra differenza radicale può essere riscontrata nella visione della donna: mentre per Petrarca la donna era ancora una “creatura mistica”, della quale venivano perlopiù descritti lo sguardo, i capelli, le mani ecc., per i nuovi poeti essa diventa una “descrizione di carnalità e sensualità” della quale, appunto, si descrivono i seni o le parti del corpo legate alla sessualità.
In conclusione si può dire che, nell’epoca barocca, i poeti abbandonano l’interesse per i sentimenti e le sensazioni interiori e ricercano un rapporto giocoso e sensuale con la realtà. Il nuovo volto della poetica è rappresentato dalla ricerca dell’originalità, dalla curiosità e dall’interesse per temi che nei periodi precedenti non erano mai stati presi in considerazione.

1 commento:

  1. Finalmente Marika.
    Che dire?
    Niente, perchè è fatto molto bene :-)

    p.s. al tuo post puoi mettere un titolo, ed anche una foto, o un'immagine se vuoi

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