giovedì 13 gennaio 2011

...e mi è venuto in mente un libro


Così i tuoi abiti freschi
e i fiori nel treno
i capelli biondi
sul sedile
giacevi trafitta
dal pugnale di tuo padre e tuo fratello
gli occhi di vetro
una sapononetta in tasca
la lettera pestata dal controllore
tu che avresti amato
regalarti un turchese


...e dopo la lezione sulla donna romana, e dopo i cenni al femminismo, mi è venuto in mente un libro ormai piuttosto datato (anni '70), tutto ingiallito ormai, che si intitola proprio "Poesia femminista italiana", che ho scovato fra i miei e da cui vi ho copiato un testo.
E non so a voi- non lo so davvero, siete sempre così silenziosi- ma a me piace molto questo sbocciare di idee, collegamenti, riferimenti che spuntano in classe mentre si fa lezione, come fiori a primavera - parlo per me, ovviamente.

Una preghiera ai coordinatori. Si può "gadgettare" il progetto?

domenica 9 gennaio 2011

Storia di una ragazza e del suo maggiordomo

Dietro l'immensa porta che si trovava nel salone principale c'era un immenso corridoio,sembrava non avere fine. Era sempre lo stesso scenario infinite porte a destra e a sinistra alternate regolarmente da dei piccoli pezzi di mobilia su cui c'era poggiata sopra una piantina,l'unica fonte d'illuminazione era data da delle candele appesse sul muro,che mandavano bagliori sinistri su tutto.
Lo scrittore oramai si era perso,non capiva più da quanto stavano camminando,oramai il portone da cui sono entrati non si vedeva più,e gli sembrava che potesse spuntare un "qualcosa" da qualsiasi punto di quel lungo corridoio. Invece il maggiordomo sembrava abbastanza tranquillo,dopotutto oramai viveva la già da un paio d'anni e quindi conosceva quella casa come le sue tasche. Notò la preoccupazione del suo ospite e cercò di rassicurarlo in qualche modo:"Non si preoccupi,non uscirà niente dalle pareti. Pure a me faceva questo effetto la prima volta,i precedenti padroni volevano che si provasse una certa paura stando qua".Dopo aver finito di parlare fece una piccola risata,che rimbombò per tutto il corridoio,e la fece sembrare le risa di un folle.
Lo scrittore gli chiese con un certo timore:"Fra quanto arriviamo?Sa io non essendo abituato ed essendo abbastanza pavido..."
In risposta Samuel,con un certo tono divertito:"Mi sembra me le prime volte che lo facevo. Ma era abbastanza comica la scena,io tutto spaventato,mentre una ragazzina di 14 anni era totalmente a suo agio"
Adesso stavano davanti ad una di quelle porte,una porta in legno bianco,suddivisa in due quadrati,uno sopra uno sotto,formati da dei fregi in oro. Prima di aprirla Samuel guardò lo scrittore e gli disse in tono serio:"La pregherei di non andarsene in giro da solo in questa tenuta. Nonostante sembri un unico corridoio,esso è formato da più vie,è un vero e proprio labirinto. Nel caso voglia andare da qualche parte contatti o me o la signorina,non si faccia problemi. I ladri venivano frequentemente in questa villa a cercare di rubare qualcosa ai vecchi proprietari,ma ogni volta si perdevano in questo labirinto,a volte il personale di servizio riusciva a ritrovarli,altre volte no... Quindi le ribadisco il concetto,se vuole andare da qualche parte chiami me o la signorina". Lo scrittore sembra abbastanza impaurito a quelle parole e chiese balbettando un po':"Qu-qu-quindi c'è qua-qualche ca-cadavere in questa tenuta?"
Il maggiordomo non rispose,fece solo un sorriso e aprì la porta.
Dopo tutto quel buio lo scrittore dovete coprirsi gli occhi,poichè la luce che c'era nella stanza era incredibile,nonostante fosse notte sembrava fosse il contrario. Era un immenso salone,illuminato da due candelabri,e la pavimentazione creava lo stesso effetto che c'era all'entrata. Oltre a questo grazie a delle vetrate che adornavano un muro della stanza si poteva vedere il giardino che c'era all'esterno,illuminato dalla luce della luna. In mezzo alla sala c'era un tavolo con varie pietanze,alcune di esse non sembravano occidentali,sembravano provenire da qualche luogo sconosciuto. Oltre allo scrittore e al maggiordomo c'erano altre 6 persone,la padrona di casa,i signori Sutcliffe,mentre le altre tre non si capiva chi fossero. Una di esse portava un degli abiti che sembravano fatti da un unico pezzo,copriva tutto il corpo,aveva delle lunghe maniche,e dei disegni elaborati su di esso. Il suo portatore aveva dei capelli neri corti,e vista la carnagione tendente al giallo e gli occhi a mandorla,probabilmente era cinese. Parlava con un uomo di media altezza,con un certo volume alla vita,con dei capelli abbastanza lunghi da fare un piccolo codino. Seduto in una sedia,vicino alle vetrate,c'era un uomo con dei capelli biondi corti,i suoi occh avevano la colorazione delle profondita del mare,il suo volto era privo di emozioni,però sembrava attento alle conversazioni tenute nella sala;stava mangiando con una certa attenzione una fetta di torta. La padrona di casa invece stava ancora parlando con i coniugi Sutcliffe. Lo scrittore non sapeva sinceramente con chi parlare,o cosa fare o dove andare,non era una persona molto sociale e non capiva che cosa fare in quelle occassioni. Decise di andare a prendere qualcosa da mangiare. Prese un po' di pesce fatto al forno. Andò a sedersi vicino all'ospite vestito di bianco,che sembrava il più tranquillo. Lo scrittore disse un po' imbarazzato:"S-salve"
L'altro rispose con un tono un po' privo di emozioni:"Salve..."
Lo scrittore sembre con lo stesso tono,provo ad attaccare un po' bottone:"Ehm,mi saprebbe dire chi sono gli ospiti?"
Il biondo lo guardò un attimo e ritorno a mangiare,abbastanza concentrato,la sua fetta di torta:"Uno si chiama Chu Wang è un mercante cinese,le solite cose,spezie,gioielli e altre cosucce. L'altro è Alexander Ludlin un mercante pure lui,però di origini tedesce,e commercia sul fronte bellico e dei preziosi".
Lo scrittore chiese un po' imbarazzato:"E se non sono troppo indiscreto,lei chi è?"
L'ospite rispose sempre con il suo tono privo di emozioni:"Io sono una delle guardie reali della regina,Angelo,ero un amico di vecchia data del precedente padrone di casa...".Fece una piccola pausa per prendere un altro po' di torta per poi fare lui una domanda:"Lei come trova Elizabeth?Nel senso,felice o triste?"
Lo scrittore guardò un attimo la ragazzina e dopotutto la trovò abbastanza allegra,però notava qualcosa di strano nei suoi occhi,e quindi rispose:"Non saprei dire,però nessuna delle due,insomma l'atteggiamento è quello di una persona felice,ma...Nei suoi occhi c'è un non so che di tristezza e rabbia"
La guardia non commento affatto la risposta e stette zitto a mangiare la sua torta.
Passarono un po' di tempo in silenzio,all'incirca una decina di minuti. Quell'assenza di parole fu interrota dalla padrona di casa che chiese,a tutti e due:"Spero vi stiate divertendo?"
Rispose Angelo:"Si...abbastanza,lo scrittore qui presente è un tipo interessante"
L'altro rispose:"Aspetta,in che senso,interessante?"
La guardia non rispose e continuò a mangiare,Elizabeth fece una piccola risata e disse:"Non si preoccupi,è un gran timidone e fa sempre cosi".Fece una piccola pausa e continuò il discorso:"L'unica cosa che mi sono sempre chiesta e come faccia a mangiare così tanto e non ingrassare".
Lo scrittore chiese:"A me non sembra che mangi tanto,sta ancora alla prima fetta di torta"
In risposta Angelo rispose,sempre con un tono privo di emozioni:"In realta è la dodicesima"
Tutti e due lo guardarono abbastanza stupiti.
La serata continuò in questo modo fra battute e discorsi riguardanti il mercato. Lo scrittore sentendo un po' le discussione che c'erano fra ELizabeth,Chu e Alexander,capì più o meno la relazione che c'era fra di loro. Il cinese sembra sia il fornitore di materiali per l'industria di giocatoli mentre con il tedesco sembra stessero trattando per una fornitura di macchinari da lavorazione. Invece con i coniugi Sutcliffe ci stava per entrare in societa,se la cosa fosse andata in porto avrebberò avuto il monopolio del mercato su quel settore,e quando essi sarebberò morti,lei si sarebbe ritrovata con un patrimonio niente male. Lo scrittore mormorò,ad un certo punto:"Fa davvero paura..."
Il maggiordomo lo senti e chiese:"Chi è che fa paura?"
Lo scrittore fece un piccolo sossulto e rispose un po' imbarazzato:"L-la sua padrona,è cosi piccola,eppure è più adulta di molte altre persone"
Samuel rispose con un tono un po' malinconico:"E' la necessita che fa crescere,io per esempio sono stato abbandonato da mio padre,e ho imparato ad arrangiarmi..."
L'altro gli rispose:"Mi dispiace..."
Il maggiordomo,fece un sorriso e gli disse:"Non si preoccupi è successo tanto tempo fa,e credo che mi sia servito per chiarirmi un po' le idee".Fece una piccola pausa e disse:"Io ora devo andare a sistemare alcune camere,la prego di scusarmi"
"Si figuri".Rispose lo scrittore
In quel momento Angelo,sentendo la cosa,disse:"Scusi,ma io vorrei andare nella mia stanza,mi potrebbe accompagnare?"
Samuel,fece solo un cenno con la testa,e chiese un po' ad alta voce:"Chiedo scusa per il disturbo,ma c'è qualcun'altro che vuole andare nei suoi alloggi,ora?"
L'unico che rispose fu il tedesco,che disse:"Un secondo che vengo pure io"
I tre aprirono la porta ed entrarono nell'oscurità.
Passarono altre due o tre ore,oramai doveva essere mezzanotte,e si poteva scorgere una bellissima luna piena,la padrona di casa oramai si era avviata per il mondo dei sogni. Stava su una sedia,con dei braccioli,e si teneva la testa con una mano,aveva un espressione davvero serena. Lo scrittore fece un piccolo sorriso guardandola. La porta d'entrata della stanza si aprì,s'intravide il maggiordomo,sembrava risorgere dalle tenebre più buie,aveva un espressione cupa in volto,si avvicinò allo scrittore e gli chiese con tono serio:"La Padrona sta dormendo?"
L'altro rispose,molto semplicemente,con un tono di voce leggermente stupito per l'aspetto di Samuel:"Si,sta dormendo.Ma...".Venne interotto dal maggiordomo prima che potesse dire qualcos'altro,con il gesto della mano e aggiunse:"Mi segua".
Il servitore andò dal cinese,gli disse qualcosa,l'espressione di Chu cambiò,si fece seria,poi andò dai coniugi Sutcliffe e gli chiese,con un tono privo di emozioni ma gentile:"Madame,mi potrebbe prestare suo marito per un momento,si è verificato un increscioso incidente alle tubature e mi servirebbe l'aiuto del signore". La signora disse un po' sorpresa:"S-si,certamente...".Samuel non gli fece dire nient'altro che disse:"Signore,mi segua perfavore".
I quattro sparirono dietro la porta che si chiuse lentamente,facendo restare da soli la signora e la padrona di casa.
Camminavano oramai da una decina di minuti,silenziosamente e con un passo regolare. Fu il cinese ad aprire bocca per primo:"Mi potrebbe confermare quello che mi ha detto poco fa,riguardo Alexander?". Nonostante la sua origine,non sembrava avere difetti di pronuncia
Il maggiordomo si fermò e lo guardò in faccia:"Sfortunatamente parlando è vero,e sopratutto non è nostra abitudine prendersi gioco degli ospiti,almeno in modi cosi sgradevoli. Poiché al momento il signor Sutcliffe e lo scrittore non ne sono a conoscenza gli è lo dico ora...Il signor Ludlin è morto".

martedì 4 gennaio 2011

Sostanzialmente underground... Molto underground




Questo film ha qualcosa di geniale, questa è una delle scene più famose, s'intitola Uomo d'acqua dolce, da vedere assolutamente.
P.S. Albanese è un mito

domenica 2 gennaio 2011

Storia di una ragazza e del suo maggiordomo

Chiedo scusa se il capitolo è breve e,sicuramente malscritto,ma da 4 giorni ho la febbre a 38 e 4,mi sono fatto il capodanno stando sul divano come un ameba vedendomi non so che cosa,non mi ricordo. Sinceramente parlando non mi andava di scrivere neppure una riga ma poiché ho detto che lo mettevo ogni domenica,devo rispettare quello che ho detto. Speriamo che abbia scritto con un minimo di filo logico

________________________________________________________________________________

Capitolo 3
Stavano in un ampia sala circolare,il pavimento era totalmente bianco e rifletteva le luci che partivano da un immenso candelabro che stava sul soffitto. Davanti a loro c’era un immensa scalinata,che conduceva ad una gigantesca porta. Tutti guardavano stupiti lo spettacolo creato da quel gioco di riflessi. In quel momento esclamò una giovane voce femminile:”È davvero bello! Non importa quante volte lo veda è sempre stupendo questo spettacolo”. Lo scrittore si girò di colpo e vide una ragazza con un lungo ed elegante vestito rosso. Affianco ad essa c’era un persona con un vestito da maggiordomo con dei lunghi capelli marroni raccolti in una coda e degli occhiali rotondi,che non facevano vedere gli occhi,aveva un’aria abbastanza preoccupata.
La ragazzina disse guardando la faccia dello scrittore:”Spero di non avervi spaventato”.E facendo un inchino aggiunse:”Sono la padrona di casa Elizabeth Deadhive”
Lo scrittore rispose un po’ balbettando all’inizio,poiché era una di quelle persone che si spaventavano facilmente:”P-piacere di conoscerla,io sono...”.Venne interrotto,prima che potesse continuare,dal maggiordomo che spiegò mostrando una leggera forma di balbuzia:”L-la sign-gn-ora l’ha in-vi-vi-tata qua perché le-le piacci-ciono i suoi ra-ra-cconti”. Dopo che l’ebbe detto fece un sospiro di sollievo,anche se si vedeva che era ancora un po’ preoccupato.
La padrona di casa disse con un sorriso:”Bene,ora andiamo,che ci aspetta una cena preparata da Samuel”. In quel momento il maggiordomo arrossì un pochino
I signori Sutcliffe furono i primi ad andare insieme alla signora Deadhive che non perse tempo e iniziò a parlare di “affari”,anche se in realtà parlavano giusto di qualche nuovo giocattolo da mettere in commercio.
Senza neppure accorgersene rimassero da soli lo scrittore e il maggiordomo,che appena non si videro più gli altri,sembrò più sollevato. Samuel guardò l’ospite e fece un piccolo sorriso,peccato che questo scatenò una piccola risata da parte di esso. Lo scrittore subito cerco di scusarsi in qualche modo:”Mi scusi,ma...la gente la descrive quasi come un demone,mentre in realtà assomiglia di più ad una persona che non farebbe male neppure ad una mosca”.
“La ringrazio per il complimento. In effetti conosco le voci sul mio conto,e metà sono inventate,e l’altra meta pure. Beh,l’importante è che non parlino male della signorina”. Fece un sospiro e disse:”Se non le dispiace io andrei a servire gli ospiti,e se non vuole perdersi è meglio che mi segua”
Lo scrittore insieme al maggiordomo si avviarono verso la sala in cui consumeranno la cena